Quanto costa

Aprire partita IVA: quanto costa e come fare

Avete intenzione di aprire la partita IVA, ma prima vorreste farvi un’idea sui costi? Oggi cercheremo di rispondere alla vostra curiosità nel modo più semplice possibile. Innanzitutto, è bene precisare che non ci sono risposte uguali per tutti, in quanto è necessario fare una valutazione caso per caso. Infatti, ci sono vari fattori che vanno a incidere sul costo dell’apertura della partita IVA. Per avvia un’attività lavorativa da autonomo è indispensabile avere questa serie di 11 numeri che vi identificherà. In questi casi, è necessario organizzare tutto nei minimi dettagli e non dobbiamo di certo dimenticarci della famosa partita IVA. Vediamo tutto quello che c’è da sapere.

Come aprire la partita IVA

Per capire quali sono i costi per aprire la partita IVA, bisogna comprendere innanzitutto qual è l’opzione più conveniente da scegliere tenendo conto dell’attività e del proprio reddito. Stiamo parlando di quella serie di 11 numeri che identificano la persona fisica oppure un’attività. Scendendo nel dettaglio, i primi 7 riguardano il contribuente titolare, 3 corrispondono al codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate e l’ultimo numero ha la funzione di controllo. Tutti i lavoratori autonomi che hanno un reddito che supera i 5mila euro annui devono necessariamente essere titolari di partita IVA. Per aprirla, bisogna presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate, che avrà il compito di fornire al richiedente quella serie di 11 numeri per l’identificazione.

Scendendo nel dettaglio, bisogna compilare e consegnare il modello AA9/12 in caso di persone fisiche o AA7/10 in caso di soggetti diversi. Vi ricordiamo che è possibile anche affidarsi a un commercialista per l’apertura della partita IVA, se mai non riusciste a gestire il tutto da soli. Per scaricare il modello è necessario recarsi direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che dovrà poi essere consegnato con il proprio documento di riconoscimento in uno degli Uffici, con la raccomandata con ricevuta di ritorno oppure per via telematica, ovvero attraverso il software scaricabile dal sito. Allo stesso tempo, chi apre una partita IVA deve anche aprire una posizione previdenziale all’INPS.

Quanto costa aprire la partita IVA

Aprire la partita IVA è totalmente gratuito, ma bisogna scegliere il regime fiscale ideale per la propria attività. Attualmente vi sono due regimi: quello forfettario e quello a contabilità semplificata (ordinaria). Prevedono dei costi di gestione diversi, pertanto è bene fare un’attenta valutazione prima di procedere. Se vi affidate a uno studio professionale, ovviamente ci sarà un costo della pratica, che solitamente varia dai 100 ai 300 euro + IVA.

Come già anticipato, esistono due regimi tra cui scegliere per aprire la partita IVA. Quello forfettario prevede alcuni requisiti stabiliti dalla legge, che non riguardano l’età anagrafica. Infatti, è necessario non superare il limite di 65mila euro di ricavi ed è adatta a tutte quelle persone che esercitano un lavoro in forma individuale, arte o un’attività di impresa. Inoltre, le spese per il personale dipendente e per il lavoro accessorio non devono superare i 20mila euro lordi. Vi consigliamo di informarvi per bene su tutti quei lavori per cui non è possibile usare il regime forfettario. Se si apre questo tipo di partita IVA non è necessario versare l’Iva, Irpef e Irap. Si è solo tenuti a sostenere il pagamento d’imposta sostitutiva che corrisponde al 15% dei guadagni maturati (i primi 5 anni al 5%) A queste spese vanno aggiunte i costi dell’Inps. Sono comunque previste diverse semplificazioni.

I costi, dunque, per aprire la partita IVA sono:

  • l’eventuale aiuto da parte del commercialista, che varia dai 100 ai 300 euro + Iva
  • l’iscrizione al registro delle Imprese e all’Inps di circa 150 euro
  • le spese di gestione del commercialista di circa 300 euro all’anno
  • contributi Inps mensili, che variano in base ai guadagni dell’attività

Per quanto riguarda il regime ordinario, i costi per aprirla e mantenerla attiva sono:

  • costo Camera di Commercio – diritto camerale (escluse attività professionali e tecniche non obbligate all’iscrizione al registro delle imprese)
  • costi Irpef
  • costi gestione separata Inps o cassa professionale
  • Irap
  • Iva, imposta sul valore aggiunta calcolata sull’imponibile della fattura
  • l’eventuale aiuto da parte del commercialista
  • le spese di gestione del commercialista

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