Storia

Russia Ucraina, le origini della guerra: la storia in breve

Vuoi conoscere tutta la storia della guerra tra Russia e Ucraina? Putin ha invaso il territorio ucraino nel 2022, ma non è da questo che ha preso inizio il conflitto tra le due nazioni ex Urss. In breve il riassunto dell’intera storia e di tutto ciò che devi sapere sull’invasione che sta cambiando le dinamiche di tutto il mondo, soprattutto nella zona europea. Partiamo dalle origini e finiamo al 2022 velocemente. Così avrai chiaro tutto il quadro storico.

Russia e Ucraina, dove tutto è iniziato

Le origini del conflitto Russia – Ucraina risalgono a circa 30 anni fa. Era il 1991 quando il Paese ucraino diventò indipendente, dopo la caduta dell’URSS. Nonostante ciò, lo Stato russo non ha mai accettato il fatto che l’ex repubblica sovietica dell’Ucraina non dipendesse più da lui. Qual è il problema principale della Russia? Teme più di tutto che un giorno l’Ucraina diventi un Paese della Nato. Vedrebbe così i suoi confini controllati dagli Stati Uniti.

I primi anni dopo lo scioglimento dell’URSS, i due Paesi erano riusciti a mantenere un forte legame. A seguito di un Colpo di Stato, il presidente filorusso Viktor Janukovyč si allontanò da Kiev e venne destituito dai suoi poteri. Così, dal 2014 iniziarono i seri problemi tra Russia e Ucraina, con manifestazioni tra filorussi e filoeuropeisti. Lo Stato russo realizzò un referendum, che decretò l’annessione della Crimea alla Russia non riconosciuta da molti Paesi. Intanto, c’era sempre nell’aria l’idea di portare l’Ucraina nella Nato. Putin ha chiesto esplicitamente una garanzia: l’Ucraina non dovrà mai entrare nella Nato. Le richieste non sono state accettate dagli Stati Uniti e dagli altri Paesi membri. Il 24 febbraio 2022, la Russia ha dato inizio all’invasione .

Storia Russia-Ucraina: le date principali

1993 – A partire da quest’anno Ucraina e Russia sono in conflitto per via del gas.

1993 – Diversi Paesi dell’ex blocco orientale aderiscono alla Nato.

1994 – L’ucraina accetta di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare. Le armi sovietiche vengono distrutte. In cambio Russia, Regno Unito e Stati Uniti decidono di sostenere la sua integrità territoriale con il Memorandum di Budapest.

1997 – Viene firmato un trattato secondo cui la Federazione Russa dovrebbe evacuare tutte le posizioni militari della Flotta del Mar Nero in Crimea e a Sebastopoli. In Crimea vengono dislocate varie forze armate russe. La dislocazione non viene annunciata e così nascono nuovi incidenti. In tutto vengono impiegati 25.000 militari russi. La Russia non ha mai pianificato la rimozione delle forze armate.

1999 – La Russia è uno dei Paesi che firma la Carta per la sicurezza europea che ha il compito di riaffermare “il diritto intrinseco di ciascuno Stato partecipante di essere libero di scegliere o modificare i propri accordi di sicurezza, compresi i trattati di alleanza, man mano che si evolvono”.

2001 – Ucraina, Georgia, Azerbaijan e Moldova formano il gruppo GUAM, visto dalla Russia come una minaccia alla Comunità degli Stati Indipendenti, gruppo denominato dallo Stato russo dopo il crollo dell’URSS.

2004 – Rivoluzione arancione: Viktor Juščenko (populista filo-occidentale) diventa presidente al posto di Viktor Janukovyč (proposto dalla Russia). L’Ucraina continua a cooperare con la Nato prendendo parte a varie missioni di pace.

2008 – Ucraina e Georgia tentano di entrare nella Nato, dove la risposta dei Paesi membri è divisa. Molti si oppongono per evitare le minacce della Russia. Al contrario l’allora presidente degli Stati Uniti, George Bush, insiste nella loro ammissione. Alla fine, la Nato si rifiuta di procedere.

2010 – Viktor Janukovyč viene eletto presidente e la Russia raggiunge il suo obbiettivo.

2010 – Il presidente ucraino Viktor Janukovyč rinnova la concessione delle aree militari alla Russia fino al 2042, a patto di ricevere gas dalla Federazione Russa a tassi agevolati. Tutti i trattati, però, sono in disaccordo totale con la costituzione ucraina, che invece prevede il divieto di far sostare le forze straniere sul proprio territorio. Molti cittadini non accettano questa estensione. Dopo l’annessione della Crimea alla Russia viene annullato unilateralmente da quest’ultimo il patto Kharkiv.

2013 – Viktor Janukovyč si rifiuta di firmare un acconto con l’Unione Europea, confermando così i legami con la Russia, che minaccia di causare un’importante catastrofe finanziaria in Ucraina. Intanto, la nazione russa impone delle restrizioni sulle importazione di alcuni prodotti ucraini. Firmando un accordo con l’Europa, il governo ucraino avrebbe violato “il trattato bilaterale di amicizia e partenariato con la Russia” secondo la Russia.

2014 – Ci sono mesi di proteste in piazza a Kiev. Gli oppositori del governo di Viktor Janukovyč prendono il controllo degli edifici governativi della capitale. La polizia decide di abbandonare i propri avamposti e così il presidente decide di lasciare Kiev per raggiungere Charkiv, dove ha maggiore sostegno. Il parlamento ucraino destituisce Janukovyč dai suoi poteri. Vari politici nell’Ucraina orientale e meridionale, compresa la Crimea, dichiarano la loro fedeltà a Janukovyč.

2014 – Il presidente eletto è Oleksandr Turčynov.

2014 – Iniziano varie manifestazioni con una rivoluzione ucraina tra gruppi di orientamento filorusso e quelli di orientamento filoeuropeista. Inizialmente non ci sono episodi particolari di vilenza. Uomini armati si oppongono al movimento Euromaidan e iniziano a prendere il controllo della Crimea. Ben presto le fazioni si armano di asce, bastoni e armi da fuoco, tra scudi ed elmetti. Il conflitto viene ricordato per l’incendio della Casa dei Sindacati, dove muoiono 42 persone.

2014 – Alcuni posti della Crimea vengono conquistati da soldati russi, non sotto bandiera russa. Viene richiesto un referendum che porta all’annessione della Crimea alla Russia. L’Ucraina e la maggior parte della comunità internazionale non accettano di riconoscere il referendum. La Crimea viene dichiarato “un territorio temporaneamente occupato dalla Russia”. Lo Stato russo aumenta la propria presenza militare nella regione.

2014 – I russi occupano, tra i vari territori, anche il villaggio Strilkove, situato nella striscia di Arabta, dove c’è un centro di distribuzione di gas naturale. Le forze russe giustificano la loro mossa dicendo di voler evitare eventuali attacchi terroristici.

2014 – In alcune città del Donbass avvengono proteste filorusse, che portano a “una vera e propria guerra tra le forze secessioniste filorusse e le autoproclamate repubbliche popolari di Doneck e Lugansk e il governo ucraino”. Ci sono vari volontari russi e avviene un reclutamento in molte città russe per le forze del Donbass.

2015 – Sebbene venga firmato un accordo che stabilisce il cessate il fuoco, le organizzazioni paramilitari ucraine a proseguire con le lotte. Le milizie della Repubblica Popolare di Doneck riprendono la battaglia di “Debal’ceve, città strategica tra Donec’k e Luhans’k” fino al ritiro delle forze ucraine.

2015 – Con la fine delle battaglie si riducono le ostilità in Donbass e il ritiro delle armi pesanti. Il governo ucraino blocca le forniture di gas alle aree separatiste, che iniziano a fare rifornimento direttamente dalla Russia.

2016 – Putin accusa l’Ucraina di attuare “una pratica di terrorismo” parlando dell’uccisione di due uomini e di decine di feriti in uno scontro a fuoco con un comando ucraino nell’Armjans’k. L’Ucraina, invece, assicura che la Russia ha aumentato la propria presenza militare sul confine della Crimea.

2018 – Nello stretto di Kerč’, zona controllata dai russi e unico accesso al Mar d’Azov, delle navi da guerra russe sparano contro tre navi ucraine. Il giorno dopo viene imposta la legge marziale nelle regioni dell’Ucraina che si trovano sulle coste e al confine con la Russia per rispondere all’attacco.

2019 – Il parlamento ucraino, Verchovna Rada, vota per mostrare la volontà di aderire alla Nato.

2021 – Avviene un’esercitazione congiunta Zapad tra forze armate russe e bielorusse vicino a Baranavičy. Rappresenta “la più grande mobilitazione dalla fine della guerra fredda”.

2021 – La crisi viene contenuta dall’incontro a Ginevra tra Joe Biden e Vladimir Putin.

2021 – La Russia propone due bozze di trattati composti da richieste che avrebbero dovuto garantire la sicurezza con la promessa che l’Ucraina non avrebbe mai fatto parte della Nato. Non solo, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico avrebbe dovuto anche ridurre le truppe Nato e l’equipaggiamento militare nell’Europa orientale. Tutto questo sotto minaccia che avrebbe dato risposta militare. Stati Uniti e altri membri della Nato respingono tali richieste e avvertono Mosca sulle sanzioni economiche in caso di invasione dell’Ucraina.

2022 – A gennaio le forze russe (150.000-180.000 uomini) si posizionano al confine ucraino.

2022 – Massima allerta da parte della Nato in tutta Europa.

24 febbraio 2022 – Inizia l’invasione da parte della Russia in Ucraina.

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