Curiosità

Cina proteste: cosa sta succedendo, l’impatto sul mondo

Le rivolte nel Paese asiatico di Xi Jinping aumentano sempre di più per via delle dure restrizioni imposte con la politica Zero Covid

Cosa sta succedendo in Cina? Si sono accese le rivolte in questi ultimi giorni, dove moltissimi manifestanti chiedono a Xi Jinping di dimettersi. Ma cosa c’è dietro queste tensioni? A causare il malumore dei manifestanti è la politica Zero Covid imposta dal loro Presidente, nella quale sono intrappolati da diverso tempo ormai. Si allargano di ora in ora le zone dove stanno avvenendo le proteste in Cina contro l’inasprimento delle drastiche regole di isolamento. Non solo, sembra che la situazione attuale di contagi Covid in tutto il Paese di Xi Jinping sia negativa. I positivi starebbero aumentando. Infatti, il 27 novembre 2022 ha stabilito un nuovo record sfiorando il numero di 40mila contagiati.

Cosa sta succedendo in Cina: le rivolte

Oggi in Cina con le rivolte i manifestanti chiedono la libertà di parola, ricordando i diritti umani. Sono violente le proteste contro il Presidente Xi Jinping e aumentano sempre di più, arrivando nelle principali città cinesi, come Pechino a Shangai. Anche a Wuahn, dove tutto sembra essere iniziato, altri manifestanti sono scesi nelle strade per ribellarsi alla politica Zero Covid, che è caratterizzata da restrizioni dure. Basti pensare che nella regione autonoma Xinjinag i cittadini sono in lockdown dal mese di agosto. In alcune zone, il 28 novembre 2022, le autorità hanno deciso di diminuire i controlli sul movimento dei cittadini. Precisamente ciò è accaduto a Urumqi, 24 ore dopo un incendio in un appartamento dove sono morte dieci persone. Tale incidente ha alimentato le proteste per le strade contro la polizia.

La situazione attuale in Cina vede corse al supermercato da parte dei cittadini che temono un nuovo lockdown. Non solo, i video che girano sul web mostrano persone assalite dalle forze dell’ordine con i manganelli. Inevitabile nell’era social che ciò accada.

Cina: l’impatto delle proteste sul resto del mondo

Come riporta RaiNews il 28 novembre 2022 l’inizio della settimana è in rosso per le Borse europee. Infatti, c’è grande preoccupazione per il futuro dell’economia, soprattutto per il prezzo del petrolio. La guerra Russia-Ucraina sta già destabilizzando parecchio l’economia mondiale. Ora le rivolte in Cina stanno spaventando i mercati. L’aumento delle tensioni in Cina, che è il primo importatore mondiale, stanno preoccupando. L’esperto di Nissan Securities, Hiroyuki Kikukawa, ha dichiarato secondo quanto riporta MilanoFinanza:

Oltre alle crescenti preoccupazioni per l’indebolimento della domanda di carburante in Cina a causa dell’aumento dei casi di Covid-19, l’incertezza politica, causata dalle rare proteste per le severe restrizioni imposte dal governo a Shanghai, ha spinto a vendere.

E ancora l’analista Senior di Activ Trades, Ricardo Evangelista ha affermato:

Le perdite odierne si aggiungono a una serie negativa iniziata all’inizio di novembre, con le aspettative del mercato che continuano a spostarsi verso uno scenario di minore domanda futura. La principale ragione di questo sentiment ribassista è la situazione in Cina, dove la politica zero-Covid sta riducendo l’attività economica in gran parte del Paese.

Secondo Ricardo Evangelista se la politica Zero Covid di Xi Jinping non cesserà la situazione peggiorerà. Il fatto che i cittadini cinesi si stiano ribellando è un chiaro segnale. Infatti, raramente in un grande Paese asiatico avvengono delle rivolte popolari.

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