Quanto guadagnano un benzinaio e il titolare del distributore: le cifre
L’aumento prezzi del carburante sta generando il coa sin Italia. In questi giorni, ha superato i 2€ al litro e sta mandando in crisi famiglie e aziende. A causare questo vertiginoso aumento è stata la guerra in Ucraina e la forte inflazione del 2022 in Italia. Il caro benzina nel nostro Paese sta destabilizzando le vite di tutti, anche perché oggi giorno per milioni di persone è impossibile fare a meno della macchina. Per chi non lo sapesse, il prezzo finale di un litro di benzina è composto da diverse accise. Pertanto, l’intera cifra non finisce nel conto del titolare del distributore. In Italia si stanno toccando delle cifre da record, ma vediamo quali sono i guadagni di un benzinaio.
Quanto guadagna un benzinaio al litro
Il rialzo del costo del carburante è evidente e noi vi abbiamo già segnalato qualche consiglio per risparmiare su benzina e gasolio. Il prezzo del petrolio ha ormai toccato cifre altissime, che stanno fortemente destabilizzando l’Italia. Anche nella modalità self service, il costo del carburante ha superato i 2€ al litro. A questo punto, la domanda è lecita: quanto guadagnano i benzinai? C’è differenza tra un impiegato nel distributore di benzina e il titolare, ovviamente. Per quanto riguarda il primo, in Italia i guadagni variano in base all’esperienza. Scendendo nel dettaglio, si parte da stipendi di 870 € al mese per chi è appena assunto e si arriva ai 1570 € per chi svolge questo lavoro da tantissimo tempo. Ebbene, la media si aggirerebbe intorno ai 1250 € al mese con 45 ore settimanali di lavoro. Dunque, parliamo di stipendi fissi e non di guadagni al litro.
Quanto guadagna il titolare del distributore di benzina
Come potevate già immaginare, il titolare del distributore di benzina può ottenere un guadagno decisamente più alto. Va, però, considerato che ci sono varie spese di mezzo. Al contrario dell’impiegato, il proprietario guadagna in base alla vendita di ogni singolo litro di benzina e gasolio. Per farvi capire, il costo del carburante è caratterizzato da tre fattori: il platts, le tasse e il guadagno. Il platts è l’agenzia che indica il valore con cui una tonnellata può essere venduta alla raffinerie. Questo valore corrisponde al 30% del prezzo finale. Vanno poi considerate le tasse, con Iva e accise, che corrisponderebbero al 59 %. Pare che su un litro di benzina, il titolare del distributore abbia un guadagno del 10% sul prezzo.